titolo
Realizzazione di capannone artigianale in via Mobello, Varazze (SV)
progettazione
Studio Dedalo: Giuseppe Olcese, Enzo Galliano, Michele Mazzoni, Sergio Amedeo, Micheletti Mauro, Simona Vallerga, Serena Badano.
calendario
progetto: 2010;
realizzazione: 2011-2013
dati
lotto intervento: 3.079 mq;
sup. copeerta: 1.006 mq;
sup. utile: 2.488 mq
Paesaggio
Lo spazio del progetto è spazio di margine, striscia di terra che risulta dall’abbandono dell’attività dell’uomo e dalla conformazione orografica del terreno. Lo scopo dell’intervento è strutturare questo luogo per un’attività stabile dove le esigenze produttive impongono regole rigide per la costruzione del fabbricato: regolarità, funzionalità, altezza commisurata all’attività presente, grandi aperture adatte alla logistica.
L’impostazione progettuale rifiuta ipotesi di mimetismo per produrre una polarità paesaggistica di forte personalità e distacco dal contesto.
Architettura
Nel terreno sono rilevabili:
- un primo piano con quota media 4,50 (fatto zero lo spigolo più a sud dell’area di intervento) di dimensione più consistente ottenuto con l’esecuzione di un uro contro terra sub parallelo alla strada, probabilmente destinato ad area di lavorazione del ferro;
- un secondo livello anch’esso contenuto da un muro di sostegno e nel quale si rilevano tracce di fondazioni di e pavimentazioni in cemento;
- lateralmente un ulteriore fascia piana a quota 8, dove sono ancora presenti i manufatti delle fondazioni dei baraccamenti operai.
Il progetto sfrutta questi piani per innestare nella parte morfologicamente più preziosa dell’ambito un volume articolato su te corpi sovrapposti, in modo da massimizzare l’opportunità insediativa offerta dal sito, lasciando non insediata la maggior parte dell’area di intervento, al fine di creare un robusto margine di relazione con l’area circostante collinare
L’architettura del progetto si fonda sulle necessità funzionali dell’intervento che, per sua natura, esigono uno schema lineare, modulare e semplice. Perciò gli edifici sono costituiti essenzialmente da tre corpi sovrapposti, leggermente sfalsati, serviti ciascuno da una strada privata.. La superficie esterna degli edifici diventa lo strumento essenziale per impostare un’immagine architettonica semplice ma non banale in grado di valorizzare l’edificio industriale prefabbricato e di proporre una innovazione di forte carattere in relazione al paesaggio circostante.
Le superfici vengono trattate con l’alternarsi di tre materiali: cemento colorato in rosso, lamiera metallica grecata, vetro o policarbonato per le aperture, oltre ai tradizionali portoni industriali a chiusura degli accessi.
Le aree esterne sono finite in elementi di calcestruzzo autobloccante grigio, mentre le rampe sono finite in cemento con impronta antiscivolo.